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sabato, Febbraio 8, 2025

NOVE: qualche domanda a Roberto Speranza sulla pandemia

“Che Tempo che Fa” ospita Roberto Speranza, che risponde a qualche domanda su temi attuali come la pandemia.

NOVE: qualche domanda a Roberto Speranza sulla pandemia

Io penso che oggi parlare di cos’è accaduto ci serva molto ed è per questo che dopo una lunga riflessione ho scelto di pubblicare queste pagine (il libro “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute’, ndr). Durante quella fase abbiamo detto mai più disinvestimenti sulla sanità, mai più tagli, mai più considerare il Servizio Sanitario Nazionale come una Cenerentola. Però oggi, a 4 anni di distanza, mi sembra che la lezione di quei giorni stia drammaticamente, tragicamente evaporando. (…) Purtroppo la mia paura è che (…) chiusasi l’emergenza facciamo finta che la sanità non sia più centrale”. Così Roberto Speranza ospite a Che tempo che fa sul NOVE. Non dimentichiamo quello che è accaduto, la sanità è la cosa più importante. Ci sono posti nel mondo in cui tu se stai male e vai al Pronto Soccorso o hai la carta di credito o l’assicurazione oppure nemmeno ti curi. Quello è un modello che non dobbiamo considerare come positivo.

Piano pandemico, leggi e vaccini

 “Il piano pandemico è uno strumento con cui un Paese si prepara a una potenziale pandemia; dire che c’è un piano pandemico di sinistra o di destra sinceramente mi fa paura. Il piano pandemico lo fanno gli scienziati (…) Parliamo di un tema molto discusso, i vaccini: il mio piano pandemico diceva i vaccini sono essenziali, così come questo. È giusto che sia così” aggiunge Speranza.Io ho un giudizio positivo dell’Istituto Superiore di Sanità, come il Consiglio Superiore di Sanità, le personalità che ci hanno accompagnato nella gestione di quella stagione così difficile e dura. Mi faccia dire alle forze politiche: abbassiamo le bandierine quando c’è di mezzo la salute. (…) sulla salute non si alzano le bandiere di parte, sulla salute c’è il Paese, il diritto alla salute è la cosa più importante che abbiamo e che dobbiamo difendere, fuori da ogni contesa politica. (…) Io lo ribadisco anche da qui, il vaccino è lo strumento più forte che abbiamo e quando vedo che c’è ancora un numero di morti significativo, penso che sulle persone più fragili e più anziani, bisogna ancora fare la campagna di vaccinazione”.

Autonomia delle Regioni rispetto al Sistema Sanitario Nazionale

 “Esprimo una grande preoccupazione su quello che sta avvenendo. Già oggi c’è una differenza enorme nella qualità dei servizi sanitari nazionali tra le diverse Regioni, se andrà avanti il progetto dell’autonomia differenziata, questo rischia di esplodere in maniera ancor più drammatica. Il diritto alla salute non può essere diverso se sei nato a Reggio Emilia, a Milano o a Napoli e Reggio Calabria. Questo è oggettivamente inaccettabile. Quindi credo che serve un’attenzione enorme quando si va a toccare questo tema. Se c’è da aggiustarlo, va fatto da un lato di un maggior peso dell’indirizzo centrale, non da un lato di un’ulteriore deregulation e ulteriore autonomia perché rischiamo di restare in situazioni che sono troppo differenti. E se cambia la qualità del diritto alla salute cambia la qualità della cittadinanza, ci resta l’Inno d’Italia ma siamo un Paese sostanzialmente diviso” afferma Speranza.

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Chiara Trentin

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